Il mese di settembre si è concluso, dopo il periodo intenso di accoglienza, visite e attività varie in Abbazia con la presenza dei responsabili o delegati dei vari gruppi della Famiglia spirituale di Charles de Foucauld presenti in Italia.

Carissimi,

È stato bello ritrovarci per la prima volta dopo la canonizzazione di frère Charles, dopo anche il lungo periodo della pandemia che ci ha “costretti” a incontrarci online.

Fin dall’inizio il clima fraterno ha caratterizzato i tre giorni dell’assemblea. Tanti erano gli argomenti da trattare e tanta la disponibilità per gli scambi di informazioni e riflessioni.

Per tutta la Famiglia spirituale la canonizzazione di Charles de Foucauld è stato una grazia e un dono che Dio ha fatto alla nostra Chiesa di oggi.

Per l’équipe, delegati dei singoli gruppi della Famiglia, che ha preparato la canonizzazione è stato un tempo di lavoro intenso, di conoscenza reciproca e di scoperte interessanti: a cominciare dal fatto che quasi tutto è stato fatto a distanza grazie ai mezzi moderni della comunicazione. In positivo la pandemia ci ha insegnato che molte cose possono essere semplificate, senza dimenticare che ci ha fatto anche risparmiare parecchi soldini e del tempo!

La prima riflessione importante riguardava il ruolo della Famiglia spirituale dopo la canonizzazione. Ora che san Carlo de Foucauld è stato presentato alla Chiesa come il Fratello Universale e indicato come modello di discepolo di Gesù per il nostro tempo, qual è il posto della Famiglia spirituale?

Prima di tutto è da sottolineare che la canonizzazione ha intensificato la comunione e la comunione tra i singoli gruppi della Famiglia, poi è stata una grande occasione per toccare con mano la dimensione universale della Chiesa. Già questi primi aspetti sono uno stimolo per noi a continuare il cammino iniziato. Tale cammino riguardano soprattutto la comunione e la collaborazione tra di noi. Non si tratta, quindi, della conclusione di un percorso, ma piuttosto di una nuova ripartenza.

Se, a partire dal 1955, quando fu creata la Famiglia Spirituale Internazionale, la missione principale era la custodia della memoria di Charles de Foucauld e la diffusione della spiritualità; attualmente siamo chiamati a testimoniare quanto abbiamo ricevuto e trasmesso. Di questo dobbiamo sentirci responsabili ed impegnarci tutti insieme.

Un altro tema importante riguarda le difficoltà, i limiti e il numero ridotto, spesso anziani, dei vari gruppi della Famiglia spirituale; in una parola la fragilità dei mezzi. È vero, siamo tutti consapevoli del tempo di fragilità che attraversa la Famiglia, ma anche la Chiesa (diocesi, parrocchie, istituti vari); ma è anche vero che già frère Charles parlava dei “mezzi poveri dell’annuncio”, cioè la conversione di vita, la santità e la bontà verso gli altri. Se la Chiesa ha canonizzato frère Charles in un “tempo di fragilità”, ci dev’essere un senso, forse nascosto ai nostri occhi, ma che possiamo scoprire lungo il nostro itinerario. Accettare la finitudine, nostra e quella degli altri, è il primo passo, solo così renderemo servizio alla Chiesa e ai “mondi” della nostra quotidianità. La missione per noi è che possiamo vivere il tempo della fragilità con gioia e coraggio. Forse gli altri non vedranno la nostra bontà – come diceva Charles: “… perché sono discepolo di uno molto più buono di me” –, ma potrebbero vedere il coraggio, la serenità e la perseveranza. Basterebbe pensare a quanti dei nostri fratelli e sorelle, senza aver fatto un voto di stabilitas monastica, hanno donato la propria vita stabilendosi in mezzo a una popolazione dove poi si sono invecchiati, sono morti nella serenità e nella pace!

Per concludere: il filo rosso è sempre l’Incarnazione.

La canonizzazione di frère Charles è stato una grande grazia. Ci ha posto in cammino di conversione gioiosa. Vivere in pienezza il rapporto con Gesù sulle orme di Charles, abitando la fragilità. L’importante è viverla nella pace, anche se tante cose non si capiscono. Dobbiamo vivere tutto questo in un rendimento di grazie al Padre nelle cui mani deponiamo la nostra vita.

Oggi la Chiesa italiana ed europea vive la desertificazione spirituale: lo sguardo deve ritornare alla fraternità. Questo è un punto su cui crescere.

Il carisma di Charles de Foucauld è un carisma dinamico proprio perché non ha fondato nulla. Ci sono persone che vivono di questo messaggio che magari non faranno mai parte della Famiglia, ma hanno assunto elementi della spiritualità foucauldiana: un ritorno a Nazaret, alle origini. Dobbiamo essere attenti alla libertà dello Spirito che fa sempre cose nuove.

Articolo pubblicato in JCQ / ottobre 2022