Tra i mezzi di comunicazione al nostro interno, oltre al telefono e alle mail, abbiamo una lettera mensile in cui ciascuna fraternità o singolo fratello racconta in poche righe gli avvenimenti più rilevanti del mese.
Prendo spunto da questa corrispondenza per condividervi qualcosa del nostro vissuto in questo periodo, principalmente nella fraternità di Spello(PG) ma con qualche accenno agli altri fratelli presenti in Italia.
A Spello siamo in quattro: Alberto che viene da Bologna, Franco dalla provincia di Bergamo, Gabriele da quella di Lecco ed Yves, francese, dalla zona vicino a Besançon.
Partiamo dal luglio dell’anno scorso: “Ci sembra curioso di vivere un'estate così diversa.
La chiusura delle settimane di accoglienza per l'estate ci dà un altro ritmo. La giornata inizia più lentamente. L'uno o l'altro approfitta del fresco del mattino per fare una passeggiata o del tempo disponibile per una colazione più ampia. Dopo la preghiera comune, il primo a scaldare i motori è Alberto che parte per Assisi, dove lavora come fisioterapista in un istituto per disabili gravi. Noi, Gabriele Franco e Yves, ci organizziamo per i vari lavori: cucina, uliveti, manutenzione di eremi.
In assenza di ospiti, non dobbiamo preoccuparci di organizzare specifici momenti comunitari, preparare e monitorare il lavoro, visitare le persone negli eremi. Quindi, anche se dobbiamo comunque fare i lavori agricoli e le faccende domestiche, la testa è più libera e possiamo organizzare diversamente la mattinata. I pomeriggi soleggiati ci invitano invece a restare in casa. Le sere ci ritroviamo tra di noi, tranne il lunedì sera quando abbiamo l'Eucaristia con la partecipazione di due o tre persone della zona e a volte qualcuno di passaggio per una visita.
In questi giorni, in occasione del compleanno di Giorgio, abbiamo festeggiato con un buon pranzo e una torta il suo ingresso ufficiale nella nostra Regione. Chiamiamo cosi la struttura che collega le fraternità situate in paesi di una certa zona geografica. La nostra, chiamata Mediterranea, comprende la fraternità di Beni-Abbes (Algeria), quella di Roquetas (Spagna) e l’Italia.
Giorgio è un nostro fratello che ha vissuto parecchi anni a New-York, poi in Messico e dalla primavera scorsa è rientrato in Italia stabilendosi a Foligno per vivere nelle vicinanze della nostra fraternità.
Ecco come esprime la sua scelta:
“L'invito che i responsabili ci hanno rivolto a valutare il ritorno in Europa mi ha orientato abbastanza naturalmente verso Spello. Inoltre per molto tempo ho sentito il desiderio di vivere alcuni anni di vita solitaria, dopo un'intera vita segnata da un forte coinvolgimento nella condivisione di vita con persone ai margini. Dapprima pensavo di stabilirmi a Spello, più prossimo ai fratelli, ma è sembrato meglio che mi trasferissi a Foligno, per via della vicinanza dei servizi, soprattutto medici. Affitto un piccolo appartamento al centro. Ho creato un piccolo angolo per la preghiera e i vari momenti di meditazione silenziosa. Il resto del tempo lo passo a studiare le Scritture (specialmente il testo ebraico), a leggere o scrivere. Ovviamente c'è spazio per camminare o andare in bicicletta. Ogni mattina prendo parte all'Eucaristia della mia parrocchia e visito periodicamente i fratelli di Spello e Sassovivo.
Sono molto contento di questo dono che mi hanno fatto Dio e la Fraternità: l'opportunità di vivere il Settimo Giorno della mia vita libero e il più “centrato” possibile.
Eccoci ad agosto, parla Alberto che lavora ad Assisi in un centro per disabili gravi:
“Questo mese mi ha portato un piacevole regalo di 3 settimane di ferie, apprezzato più che mai dopo questi mesi di lavoro particolarmente intenso in questo tempo di covid. Ho lavorato sempre con il gruppo dei più piccoli ai quali è impossibile non affezionarsi nonostante o forse proprio per le loro disabilità multiple, ma sono anche piuttosto impegnativi a livello energetico a causa della loro iperattività e delle loro crisi.
Il 10 agosto sono volato in direzione della Polonia, dove sono stato meravigliosamente accolto dai fratelli che vivono nella capitale. L’occasione era data da un incontro dei giovani fratelli europei.
Sulla via del ritorno sono atterrato all'aeroporto di Bologna, per passare questo secondo tempo della mia vacanza in famiglia. Ho trovato mio padre e gli altri membri della famiglia in forma. Con mio padre abbiamo parlato insieme per ore e ore di mia madre e tutta la loro storia ...
Mi sembra che il lutto sia abbastanza ben digerito e lo stesso, oserei dire, per quello che mi riguarda personalmente; in effetti mi chiedevo cosa avrei provato a ritornare in famiglia per la prima volta dopo la morte di mia madre”.
Ottobre: È tempo di raccolta delle olive e quest'anno abbiamo un ospite inaspettato, non è la mosca dell'olivo ma il covid 19 che non ci permette di accogliere delle persone che ci aiutano nella raccolta, come facciamo normalmente per questo periodo.
Perciò trascorriamo queste settimane con pochissime presenze esterne e prendendo varie precauzioni.
Da un contributo di Tommaso, un fratello che insieme ad altre persone anima una realtà di accoglienza “Betania” situata a Padenghe (VR):
“Pace e gioia in questo inizio del tempo sabbatico particolare, sbocciato anche dal Covid 19, che non deve essere preso come intermezzo per riprendere come prima, ma suggerisce un rinnovamento, una rinascita. Il mio tempo sabbatico sarà segnato in particolare da una ricerca concreta, senza affanni, di eventuale luogo e persone con cui passare l'ultimo periodo di vita terrena. Si tratta di tenere delle porte aperte... Cosa che mi è sempre piaciuta!
Un tempo dai miei parenti, un tempo a Spello, un tempo a Lodi in comunità di famiglie, un breve tempo di eremo-deserto, qualche visita qua e là ad amici... questo il mio programma di 7 mesi in vista di ritornare a Betania in situazione rinnovata”.
Dicembre: Vari incontri online hanno scandito il corso del mese.
La vigilia del 1 dicembre, abbiamo avuto uno zoom meeting con le piccole sorelle di Gesù di Assisi e i fratelli Jesus Caritas di Sassovivo.
Invece il giorno dopo l'incontro con Giorgio è stato in presenza. Abbiamo preso il tempo per vivere insieme l'Eucaristia, una buona cena e poi per condividere più a lungo.
L'apice delle nostre prodezze in tecniche di comunicazione resta senza dubbio il nostro incontro di
regione perché, dopo una prova confusa e limitata, siamo finalmente riusciti a ritrovarci tutti.
Altrimenti, la nostra vita quotidiana va avanti molto regolarmente
Al lavoro da Alberto, la situazione epidemica è ora sotto controllo, ma diverse persone hanno il virus e un giovane residente è morto in ospedale.
Luigino, un fratello che vive in roulotte in un campo nomade a Bologna, è appena venuto a trovarci; il tempo di un pasto insieme e di scaricare uno scatolone pieno di cibo e buon vino…
Gennaio: Tutto corre così veloce che mi sembra lontana la serata dell’ultimo dell’anno quando con Franco e Yves abbiamo brindato un po’ prima di mezzanotte, in un clima da lock down che ha
caratterizzato il periodo natalizio. Alberto aveva approfittato di qualche giorno di ferie per andare in
eremo.In questi giorni, grazie anche al tempo piuttosto mite, abbiamo potuto fare delle camminate nella vallata o sul Subasio visto che non possiamo uscire dal nostro comune.
Le visite ai vicini sono ridotte e con alcuni della nostra vallata, la Chiona, ci ritroviamo per la messa domenicale a Collepino.
Per contro abbiamo delle presenze che animano questa chiusura forzata.
C’è quella del nostro fratello Giorgio che sfida vento e pioggia per salire i pendii del Subasio e bussare alla porta per l’appuntamento quasi settimanale attorno alla tavola e non solo...
Quella dei tre venditori ambulanti marocchini che in questo periodo passano più spesso del solito.
Infine quella di Sandro un meccanico di Spello, un po’ particolare, che ha preso un oliveto
vicino e non ha ancora terminato la raccolta. Siccome parcheggia il suo trattore sul piazzale della fraternità, ogni tanto si ferma a chiacchierare; ormai “fa parte del paesaggio”.
In questo periodo le nostre attività all’esterno seguono la meteo, che per essere in inverno non è male. Yves appena lo lasciano libero dagli impegni come priore è negli oliveti per la potatura, io continuo a raccogliere e bruciare i rami e se piove prendo in mano dei compiti amministrativi.
Franco ci prepara dei buoni pranzetti ed ora è in veste di correttore di testi per un libretto che uscirà in vista della canonizzazione di Charles de Foucauld e raccoglie le testimonianze di vari fratelli. Alberto trova ogni giorno le sue gioie e le sue pene con i ragazzi dell’istituto e i colleghi di lavoro.
Marzo: “Ci sono eventi e persone, che nella routine quotidiana ci toccano di più e danno il colore al periodo che stiamo vivendo e anche ad una parte della nostra storia.
Per noi in questo mese è stata la partenza per il paradiso di Pierina, la moglie di Vittorio. Molti dei fratelli la conoscevano. Sono una coppia che dall'inizio della fraternità di Spello è stata amica dei fratelli a cominciare da Carlo Carretto che, quando voleva vivere una serata di relax fuori dall'accoglienza, si invitava a cena da loro.
Pierina è morta poco dopo aver compiuto 90 anni. Ha vissuto quarant'anni con il morbo di Parkinson e alla fine è stato il covid a portarla via. Arrivando a Spello 17 anni fa, l'ho conosciuta già molto colpita dalla sua malattia che la teneva bloccata per ore durante il giorno, in alternanza con altri momenti in cui non poteva controllare i suoi movimenti. Ma tra questi due estremi, quando possibile, sapeva come usare il suo tempo per fare cose belle: lavorare a maglia coperte colorate, dipingere con acquerello, e ancora un po' di cucina, come quella volta in cui ci aveva cucinato un buon coniglio alle erbe di campagna.
In tutto questo, ciò che colpisce è la dignità con cui ha portato la malattia e i suoi limiti, senza lamentarsi ma sfruttando al meglio i pochi momenti di autonomia che questa gli concedeva, attraverso l'accoglienza, la relazione e le piccole attività.
La progressione della sua malattia è stata lunga e continua. Alberto negli ultimi anni andava da lei due volte a settimana per aiutarla con la fisioterapia. Ora a causa del covid nessuno di noi la vedeva da un anno, ma alla notizia della sua morte è come se qualcuno della famiglia se ne fosse andato.